domenica 16 novembre 2014

mercoledì 4 giugno 2014

Ofelia ricorda°°° 
            *ascolta 
                            | rifiutadimentica | 
trattiene_____________ 
e infine torna indietro nella sua memoria
                                          ___________torna all'origine e
 finalmente pacificata*** 
°lascia andare il respiro
 e si abbandona alla sua mamma acqua___________.








domenica 11 maggio 2014


Joan Miró, "Maternity” 1924  


basta abbassare gli occhi e sei li'
cucita tra i sorrisi e negli spigoli del petto
(legami in questa tua assenza______)♥ ciao mamma





sabato 19 aprile 2014

Innamorati di Frida!


Nickolas Muray, Frida sulla panchina bianca, 1939

venerdì 4 aprile 2014

immensa Daìta





daìta martinez si colloca nella schiera non troppo ampia di poete che parlano del corpo come materia, peso, esigenza, territorio di vita e di morte, trasformando l'eros in un'avventura intellettuale ed estetica. una tale rivoluzione d'atteggiamenti non può che andare di pari passo con quella del linguaggio. e, dunque, la poesia della martinez è una sorta di corpo emozionale risolto in formule apparentemente astratte per chi non possieda la chiave per leggerla. è significativo, in questo senso, anche l'uso dei segni d'interpunzione e di quelli matematici ed algebrici in senso sperimentale. scrivere per la martinez è una sorta di gesto ideologico che ha come scopo l'abolizione di ogni conformismo. daìta traffica con le parole con il gusto del rischio, come lei stessa ammette, e sembra lasciare sulla scena della pagina i residui delle sue emozioni, oggetti sparsi grazie ai quali intuire la trama dei pensieri.

(franca alaimo)


http://www.ibs.it/code/9788878487697/martinez-daita/bottega-via-alloro.html




giovedì 3 aprile 2014

alFemminile.cantodiDonne



Ai falliti, mediocri maschilisti che usano violenza, non solo fisica, ma anche psicologica, emotiva, intellettuale nei confronti di donne di ogni età.  Bugiardi atavici  che si attaccano a tutto come orripilanti sanguisughe pur di stare al centro dell'universo credendo in questo modo di essere ricordati, consapevoli del loro insuccesso, del loro fallimento.  Ma si sbagliano, eccome se si sbagliano! perché alla verità non si sfugge.  Hanno solcato carni di donne di ogni età, usandole e gettandole come materiale che non può essere riciclato, senza  rispetto alcuno,  di anno in anno stessi rituali, donne beffate, ingannate, violentate. Hanno contraffatto, smembrato, mentito, credendo di beffare anche competenze superiori alle quali non si può sfuggire.  Con l'inganno e la menzogna non si arriva a niente ma solo alla propria condanna.  Bastardi maschilisti!  E' ora di dire basta a questi maledetti vermi!!! E alle povere, meschine, insulse donne che continuano ad appoggiarli ignorando ogni verità! Che pena.  Fottetevi e sparite dall'orizzonte di chi proprio vi ignora!!!

(mi preme sottolineare che queste considerazioni sono assolutamente generali in vista dei sempre più numerosi casi di violenza verso le donne)










venerdì 28 marzo 2014

alFemminile.rock




Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind

Once I had a love and it was divine
Soon found out I was losing my mind
It seemed like the real thing but I was so blind
Mucho mistrust, love's gone behind

In between
What I find is pleasing and I'm feeling fine
Love is so confusing there's no peace of mind
If I fear I'm losing you it's just no good
You teasing like you do

Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind

Lost inside
Adorable illusion and I cannot hide
I'm the one you're using, please don't push me aside
We could've made it cruising, yeah

Yeah, riding high on love's true bluish light

Once I had a love and it was a gas
Soon turned out I had a heart of glass [radio version]
Soon turned out to be a pain in the ass [album version]
Seemed like the real thing only to find
Mucho mistrust, love's gone behind





martedì 25 marzo 2014

tradizione e contemporaneità in Oedipus the King di Anthony Burgess


Come è ben noto, il mito di Edipo ispirò  a Sofocle le tragedie Edipo Re e Edipo a Colono, nelle quali rappresenta i grandi temi della vita umana, individuale e sociale.  Edipo ha conosciuto nei secoli una fortuna che va al di  dei motivi puramente letterari, dalla musica al cinema all'arte ed è diventata anche una delle chiavi  freudiane della scoperta delle forze inconscie della psiche.  Tra le opere musicali ispirate alla tragedia di Sofocle, la più significativa  è forse Oedipus Rex di Stravinskij.  
Nel 1973 Burgess ha tradotto in inglese Edipo Re per il Guthrie Theatre di Minneapolis, Oedipus the King.  Ha lavorato dal testo originario greco consultando soltanto un dizionario Greco/Italiano, a conferma della sua grande dimestichezza con le lingue straniere (parlava e scriveva correttamente oltre dieci lingue).  Confrontando la sua traduzione con una traduzione accademica, emerge subito un fatto innovativo: l'unione delle due Tebe - la Greca e la Egiziana - un sincretismo perfetto tale da coinvolgere  il pubblico che è portato a pensare ad una razza unica, nè greca nè  egiziana, ma indoeuropea.  Burgess accresce questo effetto anche attraverso i cori tradotti nella sua erudita ricostruzione dell'Indeuropeo.  L'effetto è un senso peculiare di antichità, di ritorno alle radici,  mischiato però ad un'innovazione linguistica che lo rende moderno oltre ogni contemporaneità
Egli non ha, dunque, tentato di produrre un Edipo classico e tradizionale, ma un'opera che cerca di fondere insieme varie culture, ottenendo così un  risultato, come lui stesso lo ha definito, 'at least rather moving'.  Le numerose rassegne dell'interpretazione edipica-burgessiana a Minneapolis negli anni 70 e 80, sono una dimostrazione di quanto Burgess sia riuscito nel suo intento.   Maddocks sul Time scrisse che il pubblico "have been shaken to the bottom of their atavistic souls by an Oedipus that bleeds and thus lives"

PB






lunedì 10 marzo 2014

Lady from the sea [revised]

Edvard Munch, Lady from the sea,
1896 Oil on canvas
 Philadelphia Museum of Art




evaporo dalle onde del mare 
per raggiungere il  respiro.
osservo il giorno che nasce.
 incauta mi perdo 
nel  suono sincopato del canto.
rumori dorati nei colori dell'alba 
fermentano lo spazio illogico dei miei pensieri.
ritorno col ritmo anagrammato del mito
 nel fondo primordiale del mio ego

 27.V.2012